Meglio essere messi in guardia dal sale?

A New York, i ristoratori sono obbligati a segnalare sui menù i cibi ricchi di sale. L’idea non è poi così sbagliata, dato che si consuma ancora troppo sale.

13.09.2017 Daniela Schori 4 minuti

A New York, i ristoranti che appartengono a una catena di almeno 15 filiali dovranno mettere in guardia in futuro i loro ospiti da piatti particolarmente salati, apponendovi accanto un piccolo simbolo raffigurante una saliera. Quel che a prima vista può sembrare un altro degli ennesimi avvertimenti all’americana non è poi così assurdo come si crede.

Difatti, si consuma ancora troppo sale. Secondo l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), il consumo medio di sale della popolazione svizzera, che si aggira intorno ai 9 g a persona, supera la quantità raccomandata dall’Organizzazione mondiale della salute (OMS) [in tedesco] pari a 5 g a persona.

David Fäh, specialista in medicina preventiva dell’Università di Zurigo, dubita che questi simboli di avvertimento siano efficaci per ridurre il consumo di sale: «In linea di massima, le indicazioni sono utili perché sensibilizzano la popolazione a riguardo. Il problema è che a tenere conto di tali avvertimenti sono soprattutto le persone che hanno già abitudini alimentari sane.»

Le prime misure danno i loro frutti

Fäh è del parere che la strategia del sale lanciata alcuni anni fa dalla Confederazione sia un approccio più efficace. Questa ha già dato i suoi primi frutti, come aveva confermato il consigliere federale Alain Berset nell’aprile del 2015 in un’intervista [in tedesco] al quotidiano «Tages-Anzeiger»: «Siamo riusciti a ridurre il consumo di sale del 10 per cento rispetto al passato.» E questo grazie anche alle soluzioni concordate, ad esempio, con i panifici locali, che hanno rinunciato volontariamente a una quantità di sale nel loro pane.

Il Parlamento desiste, tuttavia, dall’apportare indicazioni esplicite sulle confezioni che specifichino quanto sia salutare o meno un alimento, e ciò anche per ragioni economiche. L’indicazione degli ingredienti (e, nella maggior parte dei casi, della loro provenienza) sarebbe sufficiente.

Quali effetti produce il sale nell’organismo?

In alcune persone, un’alimentazione ricca di sale aumenta il rischio d’insorgenza di malattie cardiocircolatorie e di alcuni tipi di cancro. Dagli studi [in tedesco] è però anche emerso che chi consuma troppo poco sale è più esposto al rischio di ictus e infarti. L’ideale è dunque – come spesso anche per l’alimentazione – trovare la giusta via di mezzo.

Quanto sale c’è negli alimenti?

Circa il 70-80 per cento del sale consumato proviene da alimenti lavorati. Nella vita quotidiana, lo si trova prevalentemente nel pane e nei prodotti da forno, nei prodotti caseari e a base di carne, e soprattutto nei cibi pronti.

1 grammo di sale è contenuto ad esempio:

  • in 1 panino
  • in 20 g di prosciutto crudo
  • in 50 g di salsiccia
  • in 50 g di prosciutto cotto
  • in 70 g di gruviera
  • in 100 ml di minestra cremosa
  • in 235 g di Emmental

Fonte: Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria USAV

Ecco come ridurre il consumo di sale

  • Nella lavorazione degli alimenti viene aggiunto spesso del sale. Meglio, dunque, consumare alimenti non lavorati come frutta fresca o verdure e frutta a guscio non salata. Poco lavorati sono anche i fiocchi di cereali.
  • Al ristorante, chiedete se hanno un menù con poco sale.
  • Non aggiungete altro sale. Togliete la saliera dalla tavola. Fate lo stesso con i condimenti liquidi, la salsa di soia, il ketchup e simili.
  • Evitate snack come noccioline salate, patatine e popcorn. Prediligete piuttosto la frutta a guscio non salata.  
  • Il sale trattiene l’acqua, motivo per cui viene utilizzato per le conserve. Prediligete alle conserve prodotti senza sale come, ad esempio, le verdure surgelate.
  • Controllate il contenuto di sale riportato nelle indicazioni nutrizionali sulla confezione del prodotto. Meglio ancora è se fate dei confronti all’interno di una stessa categoria di prodotti, come il pane, il formaggio o le olive.
  • I cibi pronti contengono spesso molto sale, anche quelli surgelati (a eccezione delle verdure e della frutta). Cucinando da soli i vostri piatti, saprete esattamente quanto sale consumate.
  • Chi vuole più sale può sempre aggiungerlo da sé. Come alternativa, potete conferire ai vostri piatti un tocco raffinato aggiungendovi delle erbette fresche e delle spezie, del succo di limone e, ogni tanto, anche un goccio di vino.
  • Il potassio contenuto nella frutta e nelle verdure è un antagonista del sodio presente nel sale. Le persone la cui pressione arteriosa aumento dopo aver consumato sale possono trarne benefici.

Fonte: David Fäh

Quale effetto ha il sale sul peso corporeo?

Il sale non ha calorie. Eppure, può influire sul nostro peso corporeo. Esso dà sapore e mette sete, che a sua volta viene appagata spesso consumando bevande ipercaloriche. I produttori utilizzano il sale per soddisfare i consumatori e incentivare il consumo, dato che il sale stimola l’appetito spingendo a mangiare di più.

Perché, una volta aperto, ci mangiamo tutto il sacchetto delle patatine?

Una volta aperto il sacchetto, si fa una gran fatica a non divorarne subito tutto il contenuto. Solo alcuni riescono a resistere. Questo fenomeno d’insaziabilità ha una spiegazione psicologica: gli snack secchi stimolano notevolmente la produzione di saliva. Il sale e gli esaltatori di sapidità aumentano di gran lunga la salivazione, stimolando l’appetito che, a sua volta, accresce la produzione di saliva. Una volta iniziato, questo processo è difficile da arrestare. Anzi, l’appetito aumenta e se ne vuole sempre di più.

Questo articolo è apparso per la prima volta nel Beobachter Gesundheit: suggerimenti, consigli sulla prevenzione e sul benessere, informazioni su malattie e sintomi.

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