L’occhio: com’è fatto e come funziona

L’occhio è il nostro organo di senso più importante: con gli occhi, infatti, cogliamo circa l’80 percento delle informazioni provenienti dall’ambiente circostante. Ma com’è fatto questo complesso organo sensoriale? E come funziona?

13.05.2022 Nina Merli 5 minuti

L’occhio ci permette di riconoscere colori, forme e movimenti e di orientarci nello spazio. Nel suo funzionamento, l’occhio umano assomiglia molto a una tradizionale macchina fotografica. Cornea, cristallino, retina e nervo ottico costituiscono gli elementi centrali della vista.

Nel complesso, l’occhio è formato da diverse parti con funzioni diverse:

  • Bulbo oculare: qui è dove viene assorbita la luce dalla quale si forma poi un’immagine, che viene inviata al cervello attraverso il nervo ottico sotto forma di segnale elettrico. Il bulbo oculare si trova nella cavità oculare ossea del cranio, protetto da un cuscinetto di tessuto adiposo. Ha una forma pressoché sferica con un diametro di soli 2,5 cm.
  • Muscoli oculari: sei muscoli oculari muovono l’occhio in tutte le direzioni. In questo modo, possiamo seguire gli oggetti con gli occhi senza muovere la testa.
  • Apparato lacrimale: le ghiandole lacrimali secernono le lacrime che mantengono umido l’occhio, lo detergono ed espellono corpi estranei come la polvere. Le lacrime hanno anche proprietà battericide.
  • Palpebre: insieme all’apparato lacrimale, le palpebre svolgono una funzione di protezione. Distribuiscono le lacrime e, chiudendosi, offrono un’ulteriore protezione dai corpi estranei o dalla luce intensa. 

Anatomia e funzione dell'occhio

La cornea è la parte più avanzata dell’occhio e, in linea di principio, la sua «finestra». Funziona come una sorta di lente frontale attraverso la quale passa la luce. Avendo una forma naturalmente incurvata, da lei dipende il fenomeno della rifrazione. Ha uno spessore di mezzo millimetro circa e, al fine di proteggere l’occhio, è attraversata da moltissimi nervi che al minimo contatto attivano il riflesso palpebrale.

La sclera, il bianco dell’occhio, è molto resistente e insieme alla cornea forma il rivestimento esterno dell’occhio. Nella parte anteriore lascia uno spazio libero per la cornea e in quella posteriore per le fibre del nervo ottico. Tolte queste piccole superfici, per il resto circonda l’occhio interamente. A protezione dell’occhio, la parte visibile della sclera è rivestita da congiuntiva trasparente. 

L’iride forma il diaframma colorato del nostro occhio. È disposta come una sorta di disco colorato intorno alla pupilla. A seconda della quantità di pigmento, l’iride determina il colore degli occhi. L’iride è attraversata da due muscoli che, in base alle condizioni di luce, dilatano o contraggono la pupilla.

La pupilla è il foro situato al centro dell’iride. Controlla la quantità di luce che penetra nel bulbo oculare. Quando c’è luce, la pupilla è leggermente aperta. Al contrario, quando è buio, si dilata per far entrare più luce possibile.

Il cristallino riceve la luce che penetra attraverso la pupilla. È elastico ed è in grado di mettere a fuoco sia gli oggetti molto lontani che quelli più vicini. A tal fine, altera il proprio potere di rifrazione attraverso il muscolo ciliare.

Il corpo ciliare, o processo ciliare, aderisce alla sclera e circonda il cristallino. Produce l’umor acqueo e con il suo muscolo (muscolo ciliare) controlla l’accomodazione (messa a fuoco delle immagini) alterando la forma del cristallino.

Lo spazio compreso tra la cornea e la superficie anteriore dell’iride prende il nome di camera anteriore. La camera oculare posteriore, più piccola, si trova tra l’iride e il cristallino. L’umor acqueo, prodotto dal corpo ciliare, fluisce dalla camera oculare posteriore a quella anteriore attraverso la pupilla e, nel punto di transito tra la cornea e la sclera, finisce nel sangue attraverso l’angolo che si forma proprio lì. Irrora il cristallino e la cornea oltre a definire la pressione interna dell’occhio.

Il corpo vitreo ha una consistenza trasparente e gelatinosa ed è composto per il 98% da acqua. Riempie la parte interna dell’occhio e lo rende stabile.

La retina ricopre la parete interna del bulbo oculare. È estremamente sensibile alla luce e ospita ben 127 milioni di fotorecettori: qui, la luce penetrata viene trasformata in segnali elettrici per consentire al cervello di elaborare le informazioni. 

La coroide è lo strato intermedio tra la sclera e la retina. È ricca di vasi sanguigni e ha il compito di fornire sangue e ossigeno alla retina. Inoltre, mantiene costante la temperatura dell’occhio.

La macula si presenta come una macchia di colore giallo e si trova al centro della retina. La lieve depressione in mezzo alla macula è detta «fovea centralis», ed è la zona di migliore definizione visiva. Questo, infatti, è il punto con la più alta concentrazione di fotorecettori.

Nel punto in cui il nervo ottico esce dall’occhio si trova il punto cieco, conosciuto anche come macchia cieca. Qui non vi sono fotorecettori, per questo l’occhio è cieco in questa superficie. 

Il nervo ottico è un grande fascio di fibre nervose che conduce i segnali elettrici dalla retina al cervello attraverso il tratto ottico.

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Come funziona la vista?

La percezione delle immagini è una successione di procedure molto complesse, paragonabili al meccanismo di funzionamento di una macchina fotografica. Tuttavia, i nostri occhi sono decisamente più avanti rispetto ai dispositivi tecnici: sono infatti in grado di rilevare più di 10 milioni di informazioni al secondo che inoltrano al cervello. Come per l’obiettivo di una macchina fotografica, i raggi luminosi penetrano attraverso le singole componenti dell’occhio - cornea, camera oculare anteriore, pupilla, cristallino e corpo vitreo - fino a quando colpiscono la retina. Attraverso il nervo ottico queste informazioni vengono ritrasmesse al cervello che poi le elabora.

Ma come funziona in dettaglio la vista?

Senza luce non vediamo nulla

Gli occhi percepiscono tutto quello che vedono sotto forma di onde luminose. Ecco perché nell’oscurità totale non vediamo nulla. Per poter vedere un oggetto, quest’ultimo deve essere illuminato dalla luce. Se, ad esempio, osserviamo un albero, i raggi luminosi riflessi da tale oggetto arrivano a colpire la retina attraverso il nostro apparato oculare. Prima di tutto, i raggi luminosi attraversano la congiuntiva e la cornea. Qui, la luce viene rifratta dalla cornea.

L’iride funge da diaframma

Per evitare che la luce penetri nell’occhio in maniera incontrollata, l’iride funziona come il diaframma di una macchina fotografica: la pupilla si dilata al buio e si contrae in presenza della luce. La luce viene poi rifratta una seconda volta, in questo caso dal cristallino. A seconda della distanza dell’oggetto osservato, il cristallino altera il proprio potere di rifrazione e in questo modo mette a fuoco l’oggetto.

Coni e bastoncelli

La luce penetra il corpo vitreo e raggiunge la retina dove si trovano più di 100 milioni di cellule nervose (fotorecettori). Distinguiamo tra due tipi di fotorecettori: i coni sensibili alla luce consentono di cogliere i colori, mentre i bastoncelli percepiscono la scala di grigi, quindi la visione in bianco e nero. Nella retina si produce per prima cosa un’immagine della realtà capovolta.

Input al cervello

I fotorecettori trasformano la luce in impulsi nervosi che attraverso il nervo ottico giungono al cervello. Una volta raggiunto il cervello, l’immagine viene elaborata e girata correttamente. Il processo della vista è così concluso.

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